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Trump vs. Biden: due modelli di leadership a confronto

Aggiornamento: 11 nov 2020


Il drammatico duello elettorale delle Presidenziali Usa 2020 mi da l’occasione per mettere a fuoco la natura e le qualità di due tipologie di leadership che si collocano obiettivamente, se non agli antipodi, in due aree molto distanti nello spettro dei comportamenti funzionali al successo.

La definizione di “successo” è naturalmente dirimente al fine di decidere quale modello di leadership apprezzare e sostenere: opzioni ideologiche e culturali diverse hanno interpretazioni differenti e valutano in maniera alternativa il percorso così come i risultati di questo fantomatico e aleatorio “oggetto sociale”. Sappiamo che gli output attesi dai sistemi di governo sono diversi a seconda delle prospettive assunte: etica e sviluppo sostenibile vs. crescita illimitata e disuguaglianze. Ritengo che i due modelli economico-politici siano di fatto sostenuti da modelli diversi di comportamento di leadership.

Questi due modelli sono ben rappresentati dagli ormai ex-contendenti (considerato che uno dei due ha ormai palesemente trionfato nella competizione elettorale). Voglio schematicamente illustrarli in modo il più possibile obiettivo, sulla base delle mie osservazioni personali, fondate su una documentazione oggettiva dei comportamenti (tramite la stampa, i documentari, i media in genere).

Biden

  • Ha sperimentato il dolore e la sofferenza, per la perdita di affetti importanti

  • Ha conseguentemente sviluppato una grande resilienza

  • Dimostra perciò una grande empatia, che lo mette in grado di creare relazioni e parlare con semplicità alle persone, a ogni tipo di interlocutori

  • Sa ammettere gli errori commessi nella sua lunga carriera politica

  • Sa coerentemente valorizzare le opinioni diverse (v. in ultimo la stessa nomina nel suo ticket di Kamala Harris, che pure lo aveva osteggiato durante le primarie democratiche)

Trump

  • Attaccare sempre e comunque (da ultimo, vedi la sua reazione alla vittoria di Biden, il voler adire tutte le vie legali possibili)

  • Insistere sulle bugie contro i fatti, secondo la regola della comunicazione manipolatoria per cui una bugia ripetuta ossessivamente, nel contesto del mondo digitale, può diventare vera

  • Fare sistematicamente il bullo, il rozzo arrogante, vellicando gli istinti più aggressivi e razzisti delle masse e degli individui

  • Non scusarsi mai per i propri errori

  • Non dimostrare flessibilità di pensiero e di azione, manifestando grande intolleranza verso i collaboratori non conformisti

L’insieme dei tratti e dei comportamenti di Biden possono essere facilmente letti alla luce delle considerazioni di un recente articolo pubblicato in Harvard Business Review [1] che argomenta in favore del concetto della vulnerability per la costruzione di un leader efficace in tempi di Covid-19.

I comportamenti e i tratti di personalità manifestati da Trump possono, invece, essere ascritti al tipo psicosociale (estremizzato negativamente) del taker, così ben descritto da Adam Grant. Nel caso specifico di “The Donald” questi tratti sembrano decisamente propendere per una psicologia che valica il limite della patologia, così come raccontato con energia e ironia dal docufilm “Unfit”, nel quale gran parte della comunità psichiatrica statunitense esplicita seri dubbi sulla sanità mentale del Presidente allora in carica, in particolare in funzione delle responsabilità che egli doveva assumere.

Oggi, in un’epoca volatile, incerta, complessa ed ambigua, è ormai affermata l’idea di una leadership diffusa e fondata sulla squadra. Dunque, tutti dobbiamo guardare a un modello costruttivo, che guidi in direzione del benessere comune, e si devono abbandonare visioni di successo a breve termine e per pochi, assolutamente distruttive. Queste considerazioni valgono, evidentemente, tanto per i sistemi politici come per il management, in quanto arte di guidare organizzazioni e persone.


 
 
 

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